Sven Ortoli e Jean-Pierre Pharabod

 

Il cantico dei quanti.

Visita guidata ai segreti della nuova fisica
 

Theoria, Roma 1991

 

Recensione di:
Martino Lo Bue, in "L'Indice", n.6 1991



Il cantico dei quanti, dal titolo francese Le cantique des quantiques, è una visita guidata non tanto ai segreti della nuova fisica, come recita il sottotitolo, quanto piuttosto alle interpretazioni e alle reazioni che la nuova fisica ha suscitato. In questo senso il testo, pur cercando di non essere tecnico e di spiegare i principali concetti di cui fa uso, richiede una buona conoscenza dei fondamenti della meccanica quantistica eventualmente acquisita per mezzo di altri testi a carattere divulgativo. Per quanto riguarda la spiegazione dei paradossi quantistici pochi libri hanno saputo essere più semplici e soprattutto più imparziali nell'esposizione delle diverse interpretazioni. Una caratteristica che rende unico il libro è il fatto che in esso viene fatto un bilancio delle posizioni di fisici e filosofi che si sono occupati anche di recente di questi problemi. Il fisico che scrive di questi argomenti normalmente giunge al massimo a citare le posizioni di Einstein o di Bohr mentre generalmente ignora o finge di ignorare quelle dei contemporanei; Ortoli e Pharabod dedicano due interi capitoli a una sorta di sintesi delle posizioni esistenti, citando anche contributi recenti quali quello di d'Espagnat o quelli degli italiani Cini e Selleri. Il libro è scritto in modo scorrevole anche se talvolta si ha l'impressione di inciampare nella traduzione. I principali problemi, dal gatto di Schrödinger all'esperimento di Aspect vengono spiegati e illustrati con svariati esempi, il tutto con un'ottica piacevolmente francese (basta con l'anglocentrismo di certa divulgazione!). Peccato che, dopo aver fornito tanti spunti, la bibliografia sia scarna quanto incompleta soprattutto se si considera l'abbondanza di testi in italiano sull'argomento.