una risposta  molto esplicativa prelevata da un Forum su Internet

 

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OK, stasera non ho niente da fare e ti risponderò, ma sappi che mi dilungo. Se servirà a incuriosirti solo un po' ne sarà valsa la pena.
Prima di tutto la risposta di Giulia mi ha fatto tanta tenerezza, se Giulia è un'adolescente. Ma se è una ragazza diplomata o addirittura laureata allora è gravuccio, perché certe cose scientifiche si dovrebbero conoscere anche solo per sentito dire, pure se si è laureati in lettere. Questa ignoranza sulla cultura scientifica di base è un fatto solo italiano. Mah...
Comunque ti dirò: tutta la fisica che si studia alle scuole superiori, quella dei moti, dell'elettromagnetismo, dei fluidi, della termodinamica, l'acustica e quant'altro risale grossomodo a fine 800. Allora gli scienziati credevano che, date le condizioni iniziali dell'universo, si sarebbe potuto conoscere tutto, a patto di avere la capacità di risolvere un numero pressoché infinito di equazioni. Rimanevano però alcuni fenomeni oscuri (radiazione del corpo nero, funzionamento dell'atomo, trasmissione del calore...). I più convinti credevano che mancasse solo qualche piccola conoscenza e tutto si sarebbe risolto, ma non fu così. Fu Max Plank a pensare che la luce, e in generale il campo elettromagnetico, non fosse costituito da una cascata continua di energia, ma da tanti piccoli pacchettini chiusi, ognuno contenente un piccolo quantitativo di energia: i cosidetti quanti.
Questa cosa fece riformulare le equazioni della radiazione di corpo nero e venne fuori un risultato che coincideva con la realtà dei fatti sperimentali. La cosa, per quanto innovativa, non era totalmente sconvolgente. Il fatto "bello" venne fuori quando De Broglie intuì che il fenomeno valeva anche per la materia, ma in modo inverso.
Ossia, così come delle onde di energia (il campo elettromagnetico) potevano essere viste come particelle (i quanti), anche le particelle di "materia" possono essere viste come onde. La loro natura "ondulatoria" veniva totalmente offuscata dalla natura "particellare" quando si trattava di oggetti grandi, di dimensioni comuni. Ma andando nel piccolo, a livello atomico, le cose erano totalmente diverse.
L'equazione di Schrodinger, che considera gli elettroni come onde, riuscì a spiegare il funzionamento dell'atomo, e un mondo nuovo si aprì.
Ci sono tantissime implicazioni di questa teoria che stravolgono le conoscenze umane ricavate dalla vita di tutti i giorni, eppure è tutto verificato e funzionante.
Te ne cito solo una, la più immediata e forse la più famosa, ossia il principio di indeterminazione: a causa di questa dualità particella-onda della materia, risulta impossibile conoscere contemporaneamente la posizione e la velocità di una particella. Attenzione: la velocità intesa non solo come spazio/tempo, ma anche come direzione del moto. Questo inconoscibilità non è dovuta a limiti umani, ma è intrinseca nella struttura dell'universo. Ciò significa che una particella che sta nel punto x, vincolata a muoversi su una retta, ha 50% di possibilità di andare a destra e 50% a sinistra (questo detto in modo molto semplificato). Le possibilità non sono dovute al fatto che non sappiamo misurare la particella, ma che effettivamente la particella esiste contemporaneamente come particella che va a destra e particella che va a sinistra. A noi può sembrare impossibile, ma solo perché siamo sensorialmente limitati.
Noi percepiamo la realtà in base ai nostri sensi e al nostro cervello che si è evoluto in base alla nostre dimensioni. Così identifichiamo solo particelle (palline di materia) o onde. Ma esiste un terzo stato della materia, quello fondamentale, che è uno stato diverso e noi non sappiamo nemmeno dargli un nome, tant'è vero che lo chiamiamo dualità particella-onda, perché a volte si comporta come particella, a volte come onda.
E' l'osservazione, e quindi il nostro intervento, che fa si che la particella che aveva uguali probabilità di esistere in due stati diversi, assume un unico stato. E' l'osservazione a condizionare la misura.
Ci sarebbero milioni di cose da dire, ma mi fermo qui. Sappi che tutta la fisica (beh, quasi tutta) dal 1900 a oggi si basa sulla meccanica quantistica. Ed è grazie a questa teoria apparentemente così lontana dalla realtà che esistono i transistor, e tutta l'elettronica che conosciamo oggi, dalla tv alla microsonda che entra nel corpo umano e aiuta il chirurgo. E questa è solo una delle applicazioni.

C'è l'energia atomica, e il laser, e la radioterapia, e la risonanza magnetica. Insomma, tutto il mondo moderno.
Lo ripeto, l'Italia fa schifo in questo ambito. Nonostante in Italia ci siano tra i migliori scienziati al mondo non esiste una cultura scientifica.
Un fisico fa una figuraccia se ammette di non conoscere Dostojevski o Leopardi in pubblico, mentre tra umanisti e letterati a volte si vede gente vantarsi di non capire niente di matematica, come se fosse una cosa buona solo per i pazzi...
Per me è solamente un'altra faccia della stessa medaglia dell'ignoranza.
Buona notte...